Quando questo confinamento è iniziato, molti street artist hanno sentito il bisogno di esprimersi con urgenza, realizzando murales tra i più disparati nel mondo. MauPal, artista romano il cui SuperPope è ormai celeberrimo, ha invece lasciato decantare le idee per un tempo maggiore e solo pochi giorni fa si è espresso con una nuova opera, apparsa sempre in zona Borgo Pio, a Roma.
Tom & Jerry, alla distanza di un metro
Si tratta come al solito di stick art, realizzata nella propria abitazione e poi incollata al muro di Borgo Pio, non lontano dalla casa di MauPal. Il soggetto è una coppia tra le più amate della TV, in tutto il mondo, i cari vecchi “Tom & Jerry”, con tanto di mascherina sui ben noti musetti. Il topolino ha un atteggiamento molto autoritario: Tom deve mantenere da lui la distanza di un metro.
Il nuovo lavoro è stato realizzato dopo la morte di Gene Deitch, regista fra le altre cose anche di diversi episodi di Tom & Jerry. “È stata un po’ la motivazione principale”, ha dichiarato MauPal ai nostri microfoni, “anche perché è il mio cartone animato preferito”.
Nato esattamente ottanta anni fa, Tom & Jerry è il cartone animato più longevo della storia. “Se in TV mi capita di incrociare Tom e Jerry, automaticamente mi blocco con lo zapping e me lo rivedo. Mi ipnotizza e tutt’ora ci sono episodi che nella mia vita non ho mai visto”.
Un metro: riflessioni sulla distanza
Il distanziamento sociale viene vissuto molto male dalla maggior parte delle persone. Eppure MauPal, come sempre nella sua arte, esprime con uno sticker semplicissimo il dualismo e persino la positività insita in questo distanziamento.
“Attraverso Tom e Jerry ho voluto esprimermi su questo concetto che trovo sottovalutato”, ci ha spiegato. “La distanza che diventerà abitudine sarà uno stop all’invadenza. La distanza è brutta quando si vuole sentire qualcuno vicino, ma può aiutare quando non si vuole far avvicinare qualcun altro, che invece non si rende conto di essere troppo invadente”.
Da qui, l’idea di utilizzare delle icone universali come Tom & Jerry: “Il gatto cerca sempre di catturare il topo. Sono il cacciatore e la preda, ma adesso il cacciatore è costretto a stare a distanza. Adesso i topi possono ballare. In un certo senso, però, si può interpretare questo come una sorta di protezione per il più debole”.
Il dualismo di MauPal anche a un metro
L’arte di MauPal, del resto, è da sempre caratterizzata da uno spiccato dualismo: una stessa opera può portare chi la guarda a pensare qualcosa o il suo esatto contrario. “Il mio obbiettivo principale è da sempre mettere in risalto alcune tematiche che riguardano l’attualità, la società. Spesso sono argomenti che non riesco a digerire, non riesco nemmeno a capire da quale parte sto. Allora creo uno stimolo grafico: qualcosa che possa rappresentare un concetto o il suo esatto opposto. Lo faccio per me, per capire di più. Ma l’osservatore deve interrogarsi per forza”, dice Mauro Pallotta.
“Prima che venisse eletto Trump, per esempio, non avevo nozioni sufficienti su di lui per avere una mia idea, allora lo disegnati con la sua famosa capigliatura che diventava un fungo atomico. Ho modificato lo slogan di Obama e l’ho fatto diventare ‘Yes, I can’. A questo punto l’opera può essere letta da entrambi i lati, da chi sta dalla parte di Trump e da chi sta contro di lui. Paradossalmente è stata apprezzata da entrambi perché ciascuno si è interrogato e si è dato le sue risposte”.
Così la distanza ai tempi del Covid-19: “Questa distanza fisica provocherà una forma di rispetto dal punto di vista del pensiero. Le persone che più soffrono di questa distanza prenderanno coscienza di poter pretendere rispetto per loro stesse”.
MauPal pone l’accento su certi comportamenti invadenti, ma anche sulle troppe abitudini ancora sbagliate: “Ci sono persone che si avvicinano, che non possono evitare di toccarti mentre ti parlano… altri che mettono la mascherina solo sulla bocca e non sul naso. Nessuno ci ha capito nulla, nemmeno gli scienziati sanno ancora come stanno le cose fino in fondo, questo virus è qualcosa di nuovo”.
Eppure, quando il lockdown è iniziato, Mauro non pensava ancora a questo nuovo sticker. Era impegnato in altro, una sorta di ‘dizionario umano’, di cui ancora non vuole rivelare troppo, perché è un lavoro in divenire: “Sto preparando, con dei disegni semplicissimi, facilmente leggibili anche da un bambino, una sorta di dizionario illustrato, nel quale disegno tipi comuni, vizi, virtù, emozioni, ecc.”
Poi però ha sentito anche il bisogno di interrogarsi, attraverso un disegno altrettanto semplice e immediato, sui pro e sui contro di questa distanza, un metro, da mantenere a tutti i costi, anche nella imminente fase due: “Ho modificato un disegno preesistente a cui mi sono ispirato. Ho cambiato le posture, le espressioni e ci ho messo le mascherine. Era talmente semplice, che non pensavo nemmeno avesse tutto questo successo”.